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Le previsioni per l’economia internazionale sono moderatamente positive ma caratterizzate da numerosi fattori di incertezza.

A maggio, in Italia, l’indice destagionalizzato della produzione industriale ha registrato un incremento su base congiunturale, interrompendo la fase di calo dei precedenti due mesi.

Sebbene, tra febbraio e aprile, gli scambi di beni in valore siano cresciuti rispetto ai tre mesi precedenti, nel confronto tendenziale la dinamica è rimasta debole.

Nonostante il marginale calo degli occupati di maggio, tra marzo e maggio si è registrato un aumento del livello di occupazione pari allo 0,6%, diffuso tra i dipendenti permanenti, gli autonomi, entrambi i generi e in tutte le classi d’età, ad eccezione dei 25-34enni.

L’inflazione in Italia ha continuato a collocarsi ai livelli più bassi tra i paesi dell’area euro. L’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA), nei primi sei mesi del 2024, è cresciuto dello 0,9% in termini tendenziali: 1,6 punti percentuali al di sotto della media dell’area dell’euro.

A giugno, è peggiorata per il terzo mese consecutivo la fiducia delle imprese, a fronte di un miglioramento di quella dei consumatori che è stato diffuso a tutte le componenti dell’indice.

Nota integrale

Infografica

Testo infografica

 

 

Lunedì, 15 Luglio 2024 13:27

Istat: Produzione industriale - maggio 2024

A maggio 2024 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale aumenti dello 0,5% rispetto ad aprile. Nella media del periodo marzo-maggio si registra un calo del livello della produzione dell’1,6% rispetto ai tre mesi precedenti.

L’indice destagionalizzato mensile mostra un calo congiunturale solo per i beni strumentali (-1,0%); viceversa si osservano aumenti per l’energia (+3,0%) e per i beni di consumo e i beni intermedi (+0,7% per entrambi i settori).

Al netto degli effetti di calendario, a maggio 2024 l’indice complessivo registra una flessione in termini tendenziali del 3,3% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 22 come a maggio 2023). Si registra un aumento tendenziale solo per l’energia (+2,5%); mostrano un calo, invece, i beni intermedi (-1,8%), i beni di consumo (-2,7%) e i beni strumentali (-6,4%).

I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali maggiori sono la fabbricazione di apparecchiature elettriche (+4,8%), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+3,0%) e la fornitura di energia elettrica, gas, valore ed aria (+2,6%). Le flessioni più ampie si registrano nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-11,1%), nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-7,0%) e nella fabbricazione di macchinari e attrezzature (-5,7%).

Testo integrale e nota metodologica

Lunedì, 15 Luglio 2024 13:24

Istat: Commercio al dettaglio - maggio 2024

A maggio 2024 si stima, per le vendite al dettaglio, una variazione congiunturale positiva sia in valore sia in volume (rispettivamente +0,4% e +0,2%). Le vendite dei beni alimentari sono in aumento (+1,1% in valore e +0,8% in volume) mentre quelle dei beni non alimentari sono in calo (-0,2% in valore e in volume).

Nel trimestre marzo – maggio 2024, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio sono in aumento in valore (+0,1%) e in diminuzione in volume (-0,1%), così come quelle dei beni alimentari, mentre le vendite dei beni non alimentari sono invariate in valore e registrano un lieve calo in volume (-0,1%).

Su base tendenziale, a maggio 2024, le vendite al dettaglio aumentano dello 0,4% in valore e diminuiscono dello 0,8% in volume. Le vendite dei beni alimentari sono in crescita dell’1,4% in valore e in calo dello 0,8% in volume, mentre quelle dei beni non alimentari diminuiscono sia in valore sia in volume (rispettivamente -0,3% e -0,8%).

Per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali eterogenee tra i gruppi di prodotti. L’aumento maggiore riguarda Foto ottica e pellicole, supporti magnetici, strumenti musicali (+3,4%) e Prodotti di profumeria, cura della persona (+3,2%), mentre registrano il calo più consistente Elettrodomestici, radio, tv e registratori (-6,2%).

Rispetto a maggio 2023, il valore delle vendite al dettaglio è in aumento per la grande distribuzione (+0,9%) e le imprese operanti su piccole superfici (+0,2%), mentre è in calo per le vendite al di fuori dei negozi (-1,6%) e il commercio elettronico (-1,4%).

Testo integrale e nota metodologica

L'Istat pubblica la settima edizione del rapporto divulgando i dati e le analisi a livello nazionale e regionale sui 17 Goals (SDGs) e i 169 target specifici dell'Agenda 2030, adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per rappresentare il piano di azione globale finalizzato al conseguimento di una trasformazione sostenibile della società, dell'economia e dell'ambiente.

In questa edizione del rapporto, sono state diffuse 373 misure statistiche che corrispondono a 139 indicatori tra quelli proposti dall’Inter-Agency Expert Group on SDG Indicators (UN-IAEG-SDGs) delle Nazioni Unite per il monitoraggio degli avanzamenti dell’Agenda 2030 a livello globale. Rispetto alla diffusione di dicembre 2023 sono state aggiornate 217 misure statistiche e ne sono state introdotte 7 nuove.

Il Rapporto è accompagnato da infografiche.

Nel 2022-2023 si stima che il 13,5% delle donne di 15-70 anni, che lavorano o hanno lavorato, abbia subito molestie sul lavoro a sfondo sessuale nel corso dell’intera vita (soprattutto le più giovani di 15-24 anni, 21,2%) e il 2,4% degli uomini di 15-70 anni. In particolare si tratta di sguardi offensivi, offese, proposte indecenti, fino ad atti più gravi come la molestia fisica.

Limitatamente agli ultimi tre anni precedenti la rilevazione del 2022-2023, le quote si fermano al 4,2% per le donne e l’1% per gli uomini.

Le molestie vengono subite anche al di fuori del mondo del lavoro: nello stesso periodo di riferimento, ne sono state vittime il 6,4% delle donne dai 14 ai 70 anni e il 2,7% gli uomini della stessa età. Poco più della metà di queste molestie avviene tramite l’uso della tecnologia (messaggi email, chat o social media).

Testo integrale e nota metodologica

A maggio 2024, rispetto al mese precedente, diminuiscono gli occupati, rimangono stabili i disoccupati e aumentano gli inattivi.

L’occupazione cala (-0,1%, pari a -17mila unità) per gli uomini, i dipendenti a termine, gli autonomi, i 15-24enni e gli ultracinquantenni; cresce invece tra le donne, i dipendenti permanenti e nelle classi d’età centrali. Il tasso di occupazione scende al 62,2% (-0,1 punti).

Il numero di persone in cerca di lavoro è stabile per effetto della crescita tra gli uomini e i 25-34enni e della diminuzione tra le donne e le restanti classi d’età. Il tasso di disoccupazione è stabile al 6,8%, quello giovanile sale al 20,5% (+0,1 punti).

Il numero di inattivi cresce (+0,3%, pari a +34mila unità) tra gli uomini, le donne, i 15-24enni e i maggiori di 50 anni, diminuisce tra i 25-34enni ed è stabile tra i 35-49enni. Il tasso di inattività sale al 33,1% (+0,1 punti).

Confrontando il trimestre marzo-maggio 2024 con quello precedente (dicembre 2023-febbraio 2024), si registra un aumento del livello di occupazione pari allo 0,6%, per un totale di 148mila occupati.

La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-4,4%, pari a -81mila unità) e all’aumento degli inattivi (+0,1%, pari a +18mila unità).

Il numero di occupati a maggio 2024 supera quello di maggio 2023 del 2,0% (+462mila unità). L’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età. Il tasso di occupazione in un anno sale di 0,9 punti percentuali.

Rispetto a maggio 2023, calano sia il numero di persone in cerca di lavoro (-11,3%, pari a -224mila unità) sia quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,8%, pari a -102mila).

Testo integrale e nota metodologica

l Conto delle Amministrazioni pubbliche (AP) e le stime relative alle famiglie e alle società presentati in questo comunicato stampa sono parte dei Conti trimestrali dei settori istituzionali. I dati relativi alle AP sono commentati in forma grezza, mentre quelli relativi alle famiglie e alle società in forma destagionalizzata.

Nel primo trimestre 2024 l’indebitamento netto delle AP in rapporto al Pil è stato pari al -8,8% (-11,6% nello stesso trimestre del 2023).

Il saldo primario delle AP (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un’incidenza sul Pil del -5,3% (-8,5% nel primo trimestre del 2023).

Il saldo corrente delle AP è stato anch’esso negativo, con un’incidenza sul Pil del -4,1% (-5,2% nel primo trimestre del 2023).

La pressione fiscale è stata pari al 37,1%, in aumento di 0,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

In termini nominali, il reddito disponibile delle famiglie è aumentato del 3,5% rispetto al trimestre precedente, mentre la spesa per consumi finali è cresciuta dello 0,5%.

La propensione al risparmio delle famiglie è aumentata di 2,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, attestandosi al 9,5%.

Il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto rispetto al trimestre precedente del 3,3%, lievemente frenato dall’aumento dei prezzi al consumo (+0,2% la variazione congiunturale del deflatore implicito dei consumi delle famiglie).

La quota di profitto delle società non finanziarie, stimata al 42,7%, è diminuita di 1,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

Il tasso di investimento delle società non finanziarie è aumentato di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, attestandosi al 20,5%

Testo integrale e nota metodologica

Secondo le stime preliminari, nel mese di giugno 2024 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,1% su base mensile e dello 0,8% su base annua, come nel mese precedente.

La stabilità dell’inflazione sottende andamenti contrapposti di diversi aggregati di spesa: in rallentamento risultano principalmente i prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +2,2% a +0,4%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,3% a +4,0%) e dei Beni durevoli (la cui flessione si amplia da -0,7% a -1,1%); per contro, si attenua ancora la flessione dei prezzi degli Energetici non regolamentati (da -13,5% a -10,3%) e accelerano quelli dei regolamentati (da +0,7% a +3,6%) e dei Beni alimentari lavorati (da +1,8% a +2,2%).

Nel mese di giugno l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile al +2,0%, mentre quella al netto dei soli beni energetici decelera lievemente (da +2,0% a +1,9%).

La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni, pur restando negativa, registra una leggera risalita (da -0,9% a -0,6%) mentre quella dei servizi è in lieve decelerazione (da +2,9% a +2,8%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si porta quindi a 3,4 punti percentuali (dai +3,8 di maggio).

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale (da +1,8% a +1,4%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,5% a +2,1%).

L’aumento congiunturale dell’indice generale riflette, per lo più, la crescita dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (+2,3%), dei Servizi relativi ai trasporti (+0,9%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,8%) e dei Beni alimentari lavorati (+0,5%). Gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (-1,0%), dei Beni energetici non regolamentati (-0,9%) e dei Beni durevoli (-0,4%).

L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,8% per l’indice generale e a +1,9% per la componente di fondo.

In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta di 0,2% su base mensile e dello 0,9% su base annua (da +0,8% del mese precedente).

Testo integrale e nota metodologica

Secondo le stime preliminari, nel primo trimestre 2024 l’indice dei prezzi delle abitazioni (IPAB) acquistate dalle famiglie, per fini abitativi o per investimento, diminuisce dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e aumenta dell’1,7% nei confronti dello stesso periodo del 2023 (era +1,8% nel quarto trimestre 2023).

L’aumento tendenziale dell’IPAB è da attribuire soprattutto ai prezzi delle abitazioni nuove che crescono del 5,4% (in decelerazione rispetto al +8,8% del trimestre precedente) e in misura minore ai prezzi delle abitazioni esistenti che salgono dello 0,8% (in accelerazione).

Questi andamenti si manifestano in un contesto di calo dei volumi di compravendita (-7,2% la flessione tendenziale registrata nel primo trimestre 2024 dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate per il settore residenziale, dopo il -3,3% del trimestre precedente).

Su base congiunturale, la lieve flessione dell’IPAB (-0,1%) è imputabile unicamente ai prezzi delle abitazioni nuove che diminuiscono dell’1,7%, mentre quelli delle abitazioni esistenti registrano una lieve crescita (+0,2%).

Il tasso di variazione acquisito dell’IPAB per il 2024 è pari a +0,3%, sintesi di un aumento del 2,1% per le abitazioni nuove e una riduzione dello 0,2% per le abitazioni esistenti.

Con i dati del primo trimestre 2024 sono stati aggiornati, come di consueto, i pesi utilizzati per il calcolo degli indici dei prezzi delle abitazioni nuove e di quelle esistenti. In particolare il peso delle abitazioni nuove diminuisce leggermente portandosi al 17,36% (era il 17,72% nel 2023) mentre quello relativo alle abitazioni esistenti risulta pari all’82,64% (82,28% lo scorso anno).

Testo integrale e nota metodologica

All’indirizzo http://noi-italia.istat.it è disponibile la nuova edizione della pubblicazione web dell’Istat che ogni anno, dal 2008, offre una selezione di oltre 100 indicatori statistici sulla realtà del nostro Paese, fornendo un quadro d’insieme dei diversi aspetti ambientali, demografici, economici e sociali dell’Italia, delle differenze regionali che la caratterizzano e della sua collocazione nel contesto europeo.

Gli indicatori sono organizzati in 6 aree tematiche (Popolazione e società, Istruzione e lavoro, Salute e welfare, Industria e servizi, Ambiente e agricoltura, Economia e finanza pubblica) articolate in 19 settori. Ogni settore è corredato da una sintesi descrittiva sull’andamento dei fenomeni e delle differenze territoriali, dai grafici, dal glossario e i riferimenti a pubblicazioni e link utili. Per ogni settore e contesto territoriale (Italia, Regioni, Europa), è inoltre possibile consultare una dashboard interattiva che consente la visualizzazione, la condivisione e il download di dati e grafici, nonché la personalizzazione delle tavole di dati e il relativo download in formato csv.

Infine, brevi testi introduttivi e alcune “pillole informative” per ogni settore consentono un livello di lettura sintetico.

Sulla piattaforma è inoltre disponibile una sintesi relativa ai principali risultati degli indicatori presentati dal titolo Noi Italia in breve, allegata alla presente notizia.

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